martedì 17 dicembre 2013

LIKE: NASTRI ADESIVI COLORATI


Se siete amanti del "fai-da-te" o del "do it yourself", se non perdete nemmeno una puntata di "Bob aggiustatutto" o di "Art Attack" e vorreste come miglior amica Barbara Giulienetti, la tipa che sul real time riesce a trasformare anche un water in un vaso da fiori in stile "shabby chic", allora ciò di cui non dovete fare più a meno nella vostra vita è una dose massiccia di nastri adesivi colorati!


Io ne sono totalmente innamorata, tanto da ricoprire e decorare oramai tutto e tutti: bordi della scrivania, contenitori di plastica, sacchetti trasparenti per conservare il cibo, regali di natale, cover per smartphone... Insomma sono una vera "tape addicted"!

A farla da padrone in questo campo è "Washi tape"("Wa" significa Giapponese e "Shi" carta), un marchio nipponico che ha lanciato questa vera e propria mania, proponendo i suoi scotch decorativi, facilmente riposizionabili e rimovibili e dai mille pattern e colori!
Un ottimo metodo per dare personalità a qualsiasi cosa e dare sfogo alla propria fantasia, il tutto a basso costo!



Dove reperirli?
Nella mia città riesco a trovarli da "Coin" nel reparto casa, al prezzo di 2 euro l'uno circa, ma è semplice acquistarli anche online se siete delle brave smanettatrici dello shopping in rete!
Non esistono però solo i washi tape!
In negozi come "Tiger" (li trovate solo a Milano e Torino) esistono altre varianti di scotch dalle mille fantasie, mi è capitato persino di trovarli al "Lidl", il famoso discount sparso in tutta Italia e inoltre, vi consiglio anche l'utilizzo del "nastro isolante" dai classici colori rosso, nero, giallo, verde e blu, trovabile in ogni ferramenta!

Per infodervi un po' d'ispirazione ecco alcuni esempi di "DIY":

Per il caricabatteria del cellulare
Per le chiavi 
Per la tastiera del PC
Per decorare le "TEA LIGHTS"


Dunque non avete scusanti, armatevi di forbici e creatività e iniziate a decorare tutto ciò che vi capita a tiro e perchè no, i nostri nastri potrebbe servire anche a sigillare la bocca di qualcuno!




venerdì 13 dicembre 2013

LIKE: LE DIECI COSE CHE INIZIANO PER "EMME" DELLE QUALI NON PUOI FARE A MENO NELLA VITA.

Tutto ha avuto inizio con un Giveaway...

Ebbene sì, ho ceduto anch'io a questo espediente "acchiappa like", (della serie "che tocca fa' pe' campa'"),
ed ispirandosi il mio blog a tre grandi Emme, ho deciso di porre ai partecipanti un quesito:
QUAL E' LA COSA CHE INIZIA PER EMME DI CUI NON POTRESTI FARE A MENO NELLA VITA.
Tanti partecipanti e tante risposte, buffe, argute, scontate o inappropriate, fatto sta che hanno acceso la famosa lampadina dell'idea nella mia testolina e ho deciso di stilare questa classifica.

Ho dimenticato forse qualcosa?
L'ordine è sbagliato?
Siete d'accordo o no?
FATEMELO SAPERE!




10. MUTANDE: Onore e gloria all'inventore di questo indumento.
O sporche o pulite, l'importante è che ci siano!
Un minuto di silenzio per quelli  che lasciano "fiorellini, farfalline e gioielli di famiglia vari" in libertà.


9. MESSAGGI: C'erano una volta i piccioni viaggiatori e i messaggi nella bottiglia.
Ci sono ora SMS, Whatsapp, Skype e Social network vari...
Perchè l'uomo ha sempre avuto il bisogno di comunicare con i suoi simili, anche solo per dire cazzate.


8. MUSICA:  "Senza la musica la vita sarebbe un errore" Friedrich Nietzsche.
Che tu ascolti Mozart, i Pink Floyd o Gigi D'alessio, non importa, la musica è fondamentale per ogni essere vivente, la colonna sonora di ogni esistenza.


7. MEZZI DI TRASPORTO: Treno, bus, automobile, aereo, bici, asinello,etc...
Ce ne lamentiamo, li malediciamo, quasi sempre sporchi e in ritardo, ma lì dove le nostre gambe da sole non arrivano, servono loro.


6. MEDICINE: Sono le droghe socialmente accettate, la panacea di tutti i mali, la soluzione al post-sbornia del sabato sera.
Oki santo subito!


5. MONETA: " I soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria" ha detto Woody Allen.
E' triste da ammettere, ma senza Money si può fare ben poco.
Che sia meglio tornare al baratto?


4. MANO: Può sembrare banale e scontato, ma pensate ad una vita senza mani...
C'è chi sicuramente ci riesce, ma immaginate come sia mangiare gli spaghetti o giocare a GTA con i piedi e poi ne riparliamo.


3. MINZIONE: No, non è una parolaccia, altro non è che "fare la pipì".
Oh, quando scappa scappa!


2. MAMMA: Gli italiani sono un popolo di santi, poeti e navigatori... e Mammoni aggiungerei! Sarà che il cordone ombelicale da noi è fatto di cemento, sarà che nel nostro paese la  maggiore età "effettiva" si raggiunge a 50 anni, fatto sta che la mamma è sempre la mamma.


1. MANGIARE: Vegetariani, onnivori, vegani, cannibali, tutti e ripeto TUTTI abbiamo bisogno di mangiare, per campare...
Che sia poi meglio una bistecca o un'insalata, questo è un altro discorso...




martedì 26 novembre 2013

DON'T LIKE: FAME PREMESTRUALE.

Se mai mi chiedessero qual è la peggior cosa da poter augurare ad un uomo, non avrei dubbi e risponderei: "la sindrome premestruale". 

Che volete che vi dica cari uomini, la "SPM  intender non la può, chi non la prova!"
È inutile star qui a comporre un papiro su tutti ciò che accade e non accade ad una donna in quei "magici giorni" che precedono la rossa epifania, ma c'è un tema in particolare che a mio avviso merita di essere portato alla luce.
Se pensate che la cosiddetta "fame chimica" sia la più alta manifestazione di "istinto mangereccio", al 99% appartenete al sesso maschile e al 100% vi sbagliate di grosso.
Innanzitutto sfatiamo il mito che le donne mangino come gli uccellini, e che campino di insalata, trucchi e vestiti, possiamo avere la fame di un camionista o di uno scaricatore di porto e quando siamo in fase premestruale la fame di un camionista e di uno scaricatore di porto messi assieme.
È un raptus, una necessità impellente, una questione di vita o di morte, è l'obbligo di aprire il frigo e la dispensa di casa e mangiare tutto quello che capita sotto naso, occhi e mani.
Mangeremmo tutto e di tutto, anche l'intero "Mulino Bianco", incluso Antonio Banderas. 


Così, in una sera qualunque, mentre guardi un telefilm, ti ritrovi ad aver ingurgitato: un intero pacco di patatine fritte, una ventina di gocciole (escluse quelle spezzate,quelle, si sa, non si contano), due wurstel crudi e cinque mandarini (perchè la frutta fa bene), tutto ciò dopo aver lautamente cenato.
Non conta cosa mangi, ma quanto mangi.

In merito a ciò, ho scoperto da profonde ricerche nel campo scientifico, ossia leggendo sul retro delle confezioni degli assorbenti "Lines" per intenderci, che il tutto è simpaticamente causato da carenza di Magnesio, oltre che dai nostri amici ormoni che decidono di darsi alla pazza gioia, tanto da trasformarci in psicopatiche socialmente pericolose. 
Credetemi se vi dico che una volta mi è capitato di piangere per la pubblicità della Barilla, quella dove la mamma cucina le tagliatelle all'uovo al figlio che va a farle visita, una mia amica è riuscita a piangere con una puntata di "Dragon Ball"...........Direi che non c'è bisogno di aggiungere altro.

Soluzioni al problema?
1. Mettersi un tappo in bocca.
2. Mettersi un tappo in bocca e sigillarlo con il cemento ed evitare qualsiasi programma di cucina tipo "Masterchef", "Cuochi e Fiamme" e affini.
3. Cedere alle tentazioni e concederci quella stecca di cioccolato a cui tante volte abbiamo detto di no.
Siamo giustificate.

In conclusione, cari uomini, se una sera non vi concederemo il solito trancio della nostra pizza, se al posto dell'insalata come contorno chiederemo una porzione doppia di patatine fritte, se anzichè una passeggiata romantica, preferiremo andare dal "Kebabbaro" sotto casa, non spaventatevi, è "UNO DI QUEI GIORNI LI' ".
E' tutta colpa del Magnesio!





mercoledì 13 novembre 2013

LIKE: LIKE SU FACEBOOK (SCUSATE IL GIOCO DI PAROLE)

Ci nutriamo di cibo, amore, sogni e like su Facebook. 

Ebbene, chi non gongola un po' quando la propria foto viene tempestata di consensi, quando la frase topica scritta mentre si è sulla tavoletta del wc viene apprezzata dai più, SCAGLI LA PRIMA PIETRA!

"The Big F" ha la capacità di farti sentire a volte popolare come una cheerleader in un college americano, altre più sfigato di Steve di "Otto sotto un tetto", tipo quando è sabato sera e tu sei lì curvo dinanzi al pc, con la copertina sulle spalle e un pacco di patatine al tuo fianco e il resto del mondo si diverte da morire,
 mentre tu no.


Puoi essere il tipo che cambia immagine del profilo più spesso di quanto cambi le proprie mutande, o quello che scrive uno status giusto quando muore un Papa o il politico/cantante di turno, in entrambi i casi qualcuno che ti "caga" c'è sempre, o quasi.
Non tutti i like, però, hanno lo stesso peso, bisogna sempre vedere a chi appartiene quel pollice retto!

Esiste nel "galateo" del social network una classificazione del tipo di LIKE che si ottiene a foto/post/status e a quant'altro. NO, non si ricevono like ai post inerenti gli inviti alle applicazioni dei giochi.

LIKE FAMIGLIARE:
Come il "colanaso" in autunno, lui c'è sempre.
E' quello che ottieni quasi sicuramente dal tuo/a fidanzato/a, amico/a del cuore, sorella/fratello e per i più sfortunati anche da mamma e papà. (ahimè è una triste realtà oramai)
Potrai pubblicare anche la foto del fazzoletto con cui hai soffiato il naso (vd. precedente colanaso), loro metteranno "mi piace".
Sono certezze della vita.

LIKE DELLO SCONOSCIUTO:
Che tu abbia 50 o 1500 amici, è matematico che tu non conosca materialmente tutti loro.
Molto spesso si stringe amicizia con gente che non si è mai conosciuta di persona, e che magari vive nella parte opposta del mondo, complici interessi in comune, amicizie in comune, o foto di profilo simpatiche/accattivanti, si amplia la famiglia "sociale".
Nell'80% dei casi non ci hai  mai scambiato mezza parola in chat.
E' un like che non ti aspetti.

LIKE DEL NEMICO:
In ogni famiglia c'è sempre una pecora nera e certamente non puo' mancare anche nella famiglia "sociale".
E' un ex amico/a, un ex fidanzato/a, è il collega universitario che sparla di te a più non posso e prende tutti 30, è quello/a che si crede "chissachì" e che tieni su Facebook solo per il piacere di ficcanasare tra le sue foto. Insomma, è il personaggio scomodo che non si è ancora decisi a cancellare.
Ricevere un like da uno di loro equivale a due cose:
Dichiarazione di guerra o dichiarazione di pace.

LIKE DEL DESAPARECIDOS:
Quella persona che non vedi/senti/guardi il profilo dal secolo scorso, quella persona di cui hai dimenticato totalmente l'esistenza o che dai quasi per defunta, ecco che compare il suo timido pollice, allora ti rassereni.
Esiste ancora.
Dopo due minuti avrai nuovamente dimenticato la sua esistenza.

LIKE DELLO STALKER:
Toh!  Notifica: "mister x" ha messo like a 19837402938490 tue foto.
"Hai pubblicato uno status adesso": c'è già il suo apprezzamento/commento.
Lo stalker è quello che ti mette mi piace, prima ancora che tu condivida il tuo pensiero col mondo...
...Perchè lui ti legge nella mente...

LIKE ELEMOSINATO:
Chi non si è mai umiliato a chiedere un mi piace per una pagina o una foto?
Gli amici di Facebook sanno essere davvero crudeli a volte.

Ma alla fine, meglio pochi ma buoni?
O sono i numeri che contano?

E' meglio un like oggi,
o una condivisione domani?

Sono dilemmi a cui solo Gigi Marzullo potrà dare risposta.




mercoledì 30 ottobre 2013

LIKE/DON'T LIKE: FASHION BLOGGER

Non molto tempo fa, quando internet era solo beneficio di pochi, quando i cellulari sapevano solo fare telefonate e il grugnito di Peppa Pig non era ancora stato udito da nessun essere umano, bambine e adolescenti sognavano di essere ballerine,pallavoliste (Mila e Shiro docet) astronaute o dottoresse in una clinica di animali e le loro icone di stile erano al massimo Sailor Moon e Polly Pocket.



Veramente bei tempi.
Chiedete ora ad una qualsiasi tredicenne cosa voglia fare da grande e questa, dopo avervi fatto la richiesta d'amicizia su Facebook e scattato una foto per il suo Instagram, vi risponderà: BLOGGGER DI MODA e se ne andrà ancheggiando con al braccio la sua Louis Vuitton tarocca.
Addio per sempre "Potere del cristallo di luna", benvenuti leggings aztechi e biker boots.

Gli ingredienti per il successo sono pochi:
- Una buona macchina fotografica, ovviamente reflex e due tre filtri/effetti che fanno figo.
- Un aiutante disposto a fotografarti anche nei cessi dell'autogrill ( che fa troppo underground), meglio se a farlo è il proprio fidanzato, le amiche si sa poi ti invidiano.
- Un'armadio di vestiti e accessori  base tipo: gonna vedo/non vedo, leggings con ogni tipo di stampa, giacca camouflage, maglioni borchiati e braccialetti fluo.
- Conoscenza, anche essenziale, di strumenti multimediali. Non fondamentale conoscenza base della lingua italiana.

E lo stile?
La capacità di combinare anche due pezze e farle sembrare capi couture, di sapere anticipare mode e tendenze, di distinguersi dalla massa e conoscere almeno il "vocabolario base della moda",
beh quello mica conta realmente.
Contano i like, i followers, i "cioè sei bellissima"- "quanto sei figa", così da poter incrociare le dita e sperare che qualcuno ti noti, tanto si sa, sono i numeri che parlano.

Chiara Ferragni? Chiara Biasi? ( Tanto per citarne qualcuna ) Tutte figlie di questa scuola di pensiero, ma allora perchè mai dovremmo ispirarci ad una che sembra una Barbie dislessica ( vd. la prima ) o ad un'altra che è a tutti gli effetti una grezza, zamorra, zella, tamarra, scegliete voi il termine più adatto, un giro per una sagra di paese darebbe molta più ispirazione.


Lady Grezza alla sinistra e Barbie ignoranza alla destra, al centro un loro fac-simile.
Girano il mondo, creano loro linee di abbigliamento scopiazzando di qua e di là e aggiungendo a random cuoricini, rossetti e cagnolini su scarpe e borse, ricevono comodamente a casa tutte le ultime novità dei maggiori brand, perchè loro in fondo sono degli spot viventi.
Il buon Gianni Morandi una volta ha detto "Uno su mille ce la fa", ed infatti in questo mare di bambole taglia 38 e foto al mare con "gambe wurstel" in bella mostra, qualcuna veramente brava c'è, (vd. Eleonora Carisi), ma ragazze mie, come al mondo non siamo tutti medici, tutti beccamorti o tutti scienziati, non possiamo mica essere tutte delle Fashion Icon, e pronunciare ancora Louis Vuitton facendo sentire la "esse".

Bisogna capire che far parte del gregge è noioso e cercare di assomigliare a delle ragazze fatte tutte con lo stampo, non ci renderà più belle o più stilose.
Ispiratevi a qualsiasi cosa/persona/animale, osate e divertitevi e se è vero che "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace", facciate almeno in modo che piaccia prima di tutto a voi e non alla massa!
DO IT YOURSELF.

N.B. E se volete farvi due risate, passate dalla pagina Facebook Caciotte medio cesse che aprono fashion blog per non lavorare. Perle di saggezza, sulle nostre amate fashioniste!

venerdì 25 ottobre 2013

LIKE: CAMPIONCINI OMAGGIO

Nella vita ogni essere vivente ha dei diritti inalienabili.
Il diritto a ricevere i campioncini è uno di questi.

Piccolo, colorato, che sia di un profumo, di una crema o di un detersivo per i piatti, non importa, il CAMPIONE OMAGGIO può essere vitale, sia perchè permette di provare prodotti che altrimenti possono essere acquistati solo nei sogni (come creme che costano quanto una devitalizzazione), sia perchè può far conoscere articoli di cui ignoravamo l'esistenza, ma soprattutto è un omaggio e come recita un detto da tutti conosciuto: QUANDO E' GRATIS, UNGIMI TUTTO!

Nella teoria, tutto ciò sembra semplice e lineare: vai in un negozio (profumeria nello specifico) e a prescindere che tu acquisti o meno qualcosa, richiedi  il tuo "diritto" alle gentili (quando mai) commesse, le quali ti inonderanno di "prove gratuite".
EH NO! Nella dura realtà, le cose vanno molto diversamente!
Avete presente Gollum?
Il personaggio de "Il signore degli Anelli" , che custodisce gelosamente il suo "Tesssoro"?
Ora, sostituite il "Tesssoro/Anello" con dei campioncini e al posto di Gollum, vi apparirà una commessa.

Tipica commessa di profumeria.

"No, mi spiace, sono terminati" ( Buttate un occhio sotto la cassa e vedrete sicuramente un esercito di campioncini farvi "Ciao ciao")

"Ho solo un tipo di profumo" ( Mentono spudoratamente)

"Sono rimasti solo campioncini per uomo" ( Certo! E io sono la figlia di Babbo Natale)

Non so se vengano appositamente addestrate per fare ciò, oppure se tutto quello che fingono di non avere, finisca direttamente nelle loro borse a fine giornata, fatto sta che usciamo dal negozio a mani vuote e con l'amaro in bocca.

Sapete cosa vi dico? "Se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto"!
Se coloro che sono le "intermediarie" del servizio non svolgono il loro dovere, freghiamocene e miriamo direttamente alla fonte!
Come?
 

Da quando ho scoperto questo sito, non vi nascondo che è diventato un mio appuntamento quotidiano.
Aggiornato in continuazione, vi segnala direttamente tutte le aziende che inviano gratuitamente e comodamente a casa campioni dei loro prodotti, il tutto lasciando semplicemente mail e indirizzo per la spedizione.
Profumi, creme, detersivi e tanto altro che nemmeno immaginate.
Perchè sì, a differenza di quanto vogliano farci credere, tutte le aziende hanno interesse a far in modo che i consumatori testino i loro prodotti!

Inoltre troverete anche coupon, buoni spesa, concorsi e tante altre "dritte".
Inutile dirvi che arrivano davvero, l'ho testato personalmente!

Dunque, care paladine della legge non stancatevi mai di chiedere, chiedere e richiedere campioncini!
La lotta è dura, ma non ci fa paura!



lunedì 14 ottobre 2013

DON'TLIKE/LIKE: NEGOZI D'ABBIGLIAMENTO CINESI

"Quando un dandy muore, fuori nasce un fiore", così cantano i Baustelle nella canzone "Un romantico a Milano".
Io dico che quando un negozio muore o un capannone viene abbandonato, fuori nasce un negozio dei cinesi.

Chi non è mai entrato in un "China store", scagli la prima pietra!
Il discorso è sempre lo stesso: in molti lamentano il fatto che rubino lavoro e denaro al mercato italiano, che le loro attività sbuchino come funghi nelle nostre città e che i loro prodotti di qualità scadente e dannosa per la salute sono un oltraggio al nostro caro e vecchio "made in Italy".
Spiegatemi ora, come mai ogni volta che metto piede in uno "Shanghai"- "Imperatore"- "Dragon Fly" ( ahimè, non hanno molta fantasia con i nomi dei loro shop ) c'è più gente che ad un concerto di Vasco Rossi.




Consigli d'uso: mai e poi mai recarsi in questi posti il sabato pomeriggio, potreste rischiare di fare la fine di Mufasa ( il papà del re Leone, per intenderci ) solo che ad investirvi non trovereste una mandria di gnu impazziti, ma una folla di ragazzine e non, pronte a tutto per trovare il vestitino perfetto per la serata in disco con annessi super trampoli simil Louboutin ( che poi nemmeno il 90% di loro sa chi è ).

Detto ciò, non voglio far la predica a nessuno e ben vengano negozi che uniscano almeno un minimo di stile a prezzi accessibili, ma io con i cinesi o meglio con la loro concezione di moda, ci faccio un pò a botte.
Passeggiando tra i vari reparti, non nascondo che spesso vengo colpita da un maglione, o una t-shirt o un pantalone, ma che ogni santissima volta ha un elemento/difetto che guasta tutto.
Mi spiego:

trovi un vestito a righe carino, magari stile bambolina?
Guarda sul retro e sicuro ha stampato un teschio a dimensioni gigantesche con borchie al posto dei denti.

Nascosta tra un maglietta "I love NY" e un cardigan sempre col suddetto teschio, intravedi una t-shirt fiorata, stile retrò che ti garba parecchio?
Attenta! Al posto dei bottoni avrà sicuramente strass grossi quanto un cecio.

Potrei continurare all'infinito, dagli onnipresenti strass sbrilluccicosi, alle immancabili "maniche a pipistrello"   (scomode come un riccio nelle mutande ), dagli stivali con le stelle da Far west sulla punta ad improbabili strappi finto "grunge" che sembrano più morsi di pitbull.....

In onor del vero, ammetto di aver trovato a volte, qualcosa privo di orrori/errori, che si è rivelato poi essere un bell'affare, non è poi tutto tutto da gettare, dico solo che bisogna sgranare bene gli occhi per riuscire a trovare l'occasione del secolo e avere un pizzico di pazienza nel passare in rassegna molti capi che potrebbero trovarsi tranquillamente nel guardaroba di una Snooki (vd. Jersey shore).

Snooky, sponsor ufficiale del "Chinese style"

Sapete allora cosa vi dico?
Evviva la Cina e i negozi cinesi, che tante volte hanno salvato pomeriggi di noia profonda miei e delle mie amiche, che quando tutto è chiuso e tu hai bisogno di un paio di collant sono aperti fino a tarda serata e che ti fanno provare l'ebbrezza di vedere un negozio aperto il giorno di Natale.
Da adesso in poi, ovunque andrò, se scorgerò da lontano una lanterna rossa, mi sentirò un po' a casa. 







mercoledì 9 ottobre 2013

LIKE: CALZE D' INVERNO

Avete finalmente conservato, imbustato e sigillato costumi, infradito e pareo vari?
Bene, ora accettate mentalmente il ritorno nella vostra vita di calzettoni di lana e collant e tranquille, quest'anno sarà meno traumatico di quanto pensiate.
Sebbene io non sia una persona del genere "spiaggia, mare e sole tutta la vita", ammetto che d'estate sia piacevole non essere più costretta ad "insaccare" le gambe in (la maggior parte delle volte) scomode reti di nylon o di lana pruriginosa, ma quanto ti rendi conto che la stagione è cambiata e devi ritornare ad utilizzarle, se non vuoi rischiare di far andare in cancrena gli arti inferiori, il TRAUMA è assicurato.


Superato lo shock iniziale, pian piano ci si accorge che questo vitale accessorio è in realtà un nostro alleato, con il quale dare sfogo alla fantasia e i trend A/I 2013/2014 ci vengono in soccorso proponendole in tutte le salse e in tutte le versioni possibili e immaginabili.
Avete mai pensato di poter indossare anche d'inverno sandali aperti e tacchi con calzettoni in vista?
Beh, forse i primi a fare una cosa simile sono stati i famigerati turisti tedeschi con le loro Birkenstock + calza di spugna bianca, ma ora care mie fashion victim, preparatevi in qualche modo ad emularli.

Un esemplare di "Homo turisticus germanicus"

La calza di lana "nonna style" sarà più stilosa di un'autoreggente e la goduria di avere gambe calde e protette dal gelo sarà una dolce realtà.

Tocca a voi la scelta: potete essere coraggiose (e un po' incoscienti) e sfoggiare le vostre "zampette" nude e crude come solo Carrie Bradshaw e tre triliardi di bloggers sanno fare, per poi ritrovarvi a caricare immagini di Tachipirine, Oki e termometri sul vostro Instagram, oppure potete scegliere di trasformarvi in moderne Candy Candy e guadagnarci in stile e salute.
Io non ho dubbi.
IO HO DETTO NO AL FREDDO E SI' A CANDY-CANDY.






mercoledì 25 settembre 2013

LIKE: SUSHI

C'erano una volta e ci sono ancora le lasagne, le parmigiane, i cannelloni e stop mi fermo qui altrimenti la salivazione aumenta troppo.
Da qualche anno, le posizioni di queste pietanze, ben salde nella classifica de "le cose buone che solo nonna e mamma sanno fare", sono state minacciate dall'arrivo di piccoli rotolini di riso magici, facenti parte della meravigliosa famiglia del SUSHI. 

Ora, il sushi o lo ami o lo odi (e io intrattengo con lui una stupenda relazione da un bel po' di tempo), nel senso che o appena assapori il primo maki (polpettina di riso arrotolata) mille angeli iniziano a cantare in coro e capisci di essere arrivato in paradiso, oppure maledici l'amico che t'ha costretto a provare "quella cosa di riso avvolta in un'alga secca".
Si dice che: "le cose belle della vita o sono immorali o sono illegali o fanno ingrassare", "o sono costose" aggiungo io! 
La suddetta prelibatezza giapponese appartiene sicuramente all'ultima categoria, provate ad andare ad un sushi bar e per poter dire di aver mangiato bene e di sentirvi sazi, il vostro portafoglio dovrà piangere un bel po'.                     
Chi come me non può più farne a meno e sente la necessità di gustarlo almeno una volta alla settimana può fare due cose: o recarsi in banca e accendere un mutuo con causale NECESSITÀ DI NUTRIRSI DI SUSHI oppure può imparare a farselo a casina sua e seguire la ricetta che vi do.

INGREDIENTI

Riso Carnaroli, 1 bicchiere a persona ( in teoria servirebbe il riso apposito per sushi, ma se come me siete sfigati e non avete nella vostra città un Asian market o semplicemente non riuscite a trovarlo va benissimo l'italiano carnaroli)

Aceto di mele o aceto di riso (leggi sopra)

Alghe Nori

Zucchero 

Sale

PRIMO STEP
Lavate il riso con acqua fredda, scolandolo di volta in volta, per almeno una decina di volte, o comunque fino a che non perderà tutto l'amido (ve ne renderete conto dal fatto che l'acqua da bianca diventerà trasparente).

Mettete il riso in una pentola antiaderente e riempitela d'acqua, calcolandone un bicchiere e mezzo, per ogni bicchiere di riso utilizzato. Accendete la fiamma medio-bassa e lasciate cuocere per una ventina di minuti o comunque fino a che il riso non avrà assorbito tutta l'acqua.

Nel frattempo preparate il condimento mettendo a sciogliere in un pentolino per ogni bicchiere di riso
2 cucchiai di aceto, 1 cucchiaino di zucchero e metà cucchiaino di sale, tempo qualche minuto, sarà sciolto.

SECONDO STEP
Dopo che il riso sarà pronto, fatelo raffreddare una decina di minuti e in seguito, mescolandolo, aggiungete il condimento. SE IL RISO VI RISULTERA' APPICCICOSO, NON SPAVENTATEVI, DEVE ESSERE COSI'.

Ora che il vostro riso è bello che pronto, arriva la parte divertente: preparare i maki!
Armatevi di una stuoietta apposita per sushi, è fatta di bambu' e assomiglia ad una tovaglietta da breakfast americana (se non la trovate, va bene anche quella ehheh)


TERZO STEP
Posate l'alga nori sulla stuoia con il lato più ruvido rivolto verso voi stessi e iniziate a stendere il riso su tutta la sua superficie.
ATTENZIONE: per far sì che il riso non si attacchi alle vostre dita tipo effetto Super Attack, preparate una coppetta d'acqua con dentro un po' di sale e prima di prendere il riso, ogni volta, bagnetevi le dita al suo interno.

Al centro di questa "distesa di riso" ponete gli ingredienti che preferite.
Qui c'è da dire qualcosa in merito, io solitamente farcisco il maki in maniera molto "italiana" o con tonno (quello in scatola) mischiato con maionese e/o philadelphia, avocado, surimi o salmone affumicato.
In realtà, il vero sushi va fatto con pesce crudo, ma diciamocelo, è uno sbattimento trovare il pesce buono, congelarlo nella maniera giusta per poterlo mangiare nudo e crudo e quindi personalmente rimedio in questa maniera e vi assicuro che il sapore è da capogiro.

Adesso arriva il momento di girare l'alga aiutandovi con la stuoia e fate il famoso rotolino, tagliatelo tipo a "fettine" da 2 cm circa e TA DAAA le vostre polpettine di riso saranno pronte per finire nel vostro pancino.

Nonne e mamme sicuramente non approveranno e guai e dico guai pensare di sostituire il sacro pranzo della domenica con del riso japan style che per quanto buono possa essere (e vi ripeto che lo è veramente) non potrà mai e poi mai sostituire ciò:

BON APPETIT!

giovedì 19 settembre 2013

DON'T LIKE: ABBIGLIAMENTO DA ESAME

"Gli esami non finiscono mai", così diceva il buon Eduardo De Filippo, sante parole assolutamente!
Ma nessuno ha mai speso due righe in merito all'abbigliamento dei poveri disgraziati che si apprestano ad affrontarne uno!
So che potrà apparire un argomento futile e che in questi casi una persona ha ben altro a cui pensare (tipo copiare, ripetere, copiare, ricordare centinaia di pagine o termini, copiare), ma non fatemene una colpa, se credo che anche l'occhio voglia la sua parte, anzi la vogliono entrambi e che certe cose non si possano proprio reggere!
In realtà, credo ci siano 3 categorie di "Outifit da studente esaminato".
[ Ogni volta che pronuncio o leggo la parola outfit, non so perchè ma la mia mente pensa a lei,  Carla Gozzi ]

Maledetto Real Time

1° caso: LO STUDENTE DA MATRIMONIO.
Sì, è proprio lui/lei, quello che per affrontare l'ira funesta di un un docente, si imbelletta manco dovesse presentarsi alla corte della Regina Elisabetta, esce fuori dall'armadio il completo "buono" o nel peggiore dei casi, compra appositamente degli indumenti.
Il maschio del genere solitamente indossa mocassino scamosciato o stringata la cui punta può servire, nel caso in cui dovesse toppare all'esame, a forare le gomme dell'automobile del prof.
Una camicia inamidata (meglio se a righine) e una giacca che fa tanto "persona seria", sono il biglietto da visita che, secondo loro, sarebbe garanzia del massacrante studio e della loro ferrata cultura, ma che a me personalmente, in sede d'esame, fa solo sorgere tanti dubbi sulla loro identità, del tipo: è un assistente o uno sfigato che sta per essere torturato come me?
( 100 punti in più se porta anche la cartella in pelle professional )
La femmina, invece, approfitta del suddetto giorno, per sfoggiare il tacco 12, che, di regola, prende aria solo in discoteca il sabato sera, pantalone attillato al limite del rischiosissimo "zoccolo di cammello" (per chi non sa a cosa alluda, urge ricerca su internet), camicetta o maglioncino con il classico scollo a V, che permette di intravedere quelle, che a seconda dei casi, sono due colline, due montagne o una bella pianura.
( 100 punti in più, se inforca un paio di occhiali da vista, meglio se non graduati e quindi solo di scena, che danno quel "nonsochè" di intellettuale).

2° caso: LO STUDENTE MENEFREGHISTA.
E' colui che, nelle ore prima dell'esame, già è tanto se riesce a non farsi prendere da una crisi nervosa, o da un attacco di panico e quindi indossa le prime cose che trova nell'armadio, o quelle che è solito avere addosso, rispettando, però, sempre il limite della decenza.
Altre volte invece, è quello  talmente scazzato e beffardo, che non fa differenza tra il vestirsi per un esame o per andare a fare la spesa.
Questa categoria, in realtà è piena di sfumature, ma in generale, rappresenta quelli che non danno nell'occhio, si fanno i fatti loro e, prima della loro chiamata, si mangiano tutte le unghie delle loro mani o si fumano 100 sigarette.

3° caso: LO STUDENTE DISPERATO.
Ancora non ho capito se ci fa o se ci è: se lascia crescere la sua barba in stile Osama Bin Laden appositamente o per inerzia nel caso degli uomini o se "dimentica" intenzionalmente o meno di coprire con il correttore le borse che arrivano a terra, nel caso delle donne.
Diciamocelo, son quelli che vogliono far pena alla commissione, durante l'inverno indossano lo sciarpone per far intendere che sono ammalati, della serie "già è tanto che mi reggo in piedi, quindi sbrigati a mettermi 30" e l'estate si riempiono il viso di cipria o fondotinta per camuffare i primi cenni di abbronzatura.
Insomma, credono ancora che possa funzionare, fossi in loro mi arrenderei.

Adesso starete pensando: hai fatto la classifica degli altri, ma tu in quale categoria sei? 
Credo di essere nella seconda, quella dove penso rientrino buona parte degli studenti: l'ansia mi assale talmente tanto in quel momento, da farmi ignorare quelle poche nozioni di stile che ho, non facendomi quasi distinguere nemmeno i colori o la differenza tra una gonna o un pantalone.
Le uniche cose che so e che mi permetto di consigliarvi per quei giorni temuti sono:
- Indossate maglie, t-shirt, camicie che camuffino l'odioso effetto "ascella pezzata", non dimenticate di usare il deodorante e il vostro professore ringrazierà.
-In caso di esame scritto, uscite fuori pantaloni e jeans hip-hop o stile militare (so che ne avete almeno un paio nel vostro armadio) con ampi tasconi, dove poter imboscare foglietti, biglietti e quant'altro.
-Se vi fa sentire meglio, create un vostro "indumento scarmantico": la maglietta di un concerto che vi è piaciuto particolarmente (astenersi metallari), la camicia vintage della mamma, la collanina dell'amica del cuore, così da farvi sentire più sicuri. Una volta una ragazza mi disse che metteva sempre lo stesso paio di jeans ad ogni esame, prendete esempio (ma non dimenticate di lavarlo!) 

E come si dice in questi casi: "in bocca al lupo", "in culo alla balena", tante belle cose e figli maschi.





domenica 15 settembre 2013

LIKE: MELODY'S ECHO CHAMBER

Prendete un calderone,
buttateci dentro una foto di Jane Birkin, una ciocca di capelli di Kevin Parker (vd. Tame Impala), un cd di Serge Gainsbourg, un pain au chocolat, un pizzico di psichedelia ed avrete lei:
Melody Prochet, cantantessa parigina e polistrumentista, musa e guida dei Melody's echo chamber, gruppo dream-pop / psichedelico attivo dal 2012.

Devo essere sincera, questa band, segnalatami dal mio ragazzo, mi ha subito attirata, in quanto lei pare sia la fidanzata del leader dei Tame Impala, spinta quindi  da una buona dose di curiosità (tipica di noi donne), ho subito ascoltato tutto d'un fiato l'omonimo album e BOOM! Sono rimasta estasiata!
Melody non è la tipica frontgirl messa lì perchè fa scena, è bella e si veste bene, lei ci sa fare veramente: la sua voce riecheggia quella di Jane Birkin, sul palco esprime una classe innata e carismatica, la sua musica è quasi una psichedelia "elegante" e cosa principale, è lei mente e anima del gruppo.
Okay, okay, in merito devo fare una precisazione, il suo primo album non è tutta farina del suo sacco, dato che lo zampino del buon Parker (vd. sempre Tame impala http://it.wikipedia.org/wiki/Tame_Impala) si sente eccome! Ma la signorina non è di certo una novellina, l'incontro galeotto tra i due piccioncini, infatti è avvenuto quando lei, con la sua band precedente i "My Bee's Garden", ha aperto i concerti del tour del 2010 di quello che sarebbe stato il suo futuro ragazzo.

Ulteriore marcia in più? La copertina dell'album è opera di Leif Podhajsky.



Cosa state aspettando allora? 
Inforcate le vostre cuffie e preparatevi a godere.
BON VOYAGE

mercoledì 11 settembre 2013

LIKE/DON'T LIKE: IL KARAOKE

Cos'hanno in comune un giapponese e un napoletano?
No, non è una barzelletta, ma pura realtà, questi due popoli (sì, i napoletani sono una popolazione a parte), così lontani in cultura e tradizioni, sono accomunati da una stessa usanza: IL KARAOKE.
Questo fenomeno musicale, nato negli anni '80 in Giappone, rallegrava timidi e magrolini nipponici e come ogni cosa si è poi diffuso tipo peste bubbonica un po' in tutto il mondo, fino ad arrivare con dieci anni di ritardo in Italia (notare come siamo sempre stati al passo con le novità).
Complice un Fiorello "codinato" e il suo programma televisivo itinerante, l'italiano medio ha smesso di cantare solo per il telefono della doccia di casa sua e ha iniziato ad esibirsi come un gallo cedrone nelle piazze del Bel paese. 


C'è un luogo però dove questo fenomeno ha attecchito maggiormente, affondando le sue radici in profondità e questo posto è il Sud Italia, capitemi, la mia non vuole essere un'affermazione "maroniana" e lungi da me condividere anche minimamente i pensieri del "senatùr" e poi sono Terrona anch'io!
Sarà colpa del sangue caliente o del sole sempiterno che ci dà alla testa, ma qui il karaoke è più diffuso delle madonnine nei cortili (tipiche di queste parti) e mai come quest'estate me ne sono resa conto, non c'è festa, sagra, riunione, piazza, strada o angolo di ogni paese che non abbia il suo karaoke fai da te e chissà perchè oltre agli immancabili  Pooh, Laura Pausini e nuove reclute dell'esercito di "AmiciDiMariaDeFilippi", il top dei top, la regina in assoluto è la musica neo-melodica napoletana.
A partire da gigi d'alessio (utilizzo il minuscolo appositamente), Nino D'Angelo, Mario Merola fino ad arrivare ai cantautori più di nicchia come Nino e Alessandro Fiorello, Gianni Vezzosi, Gianni Celeste e non vado oltre, questo genere si sposa alla perfezione con una piazzetta, uno pseudo Dj che fomenta il pubblico e spara a tutto volume musica house negli intervalli, due/tre sedie e tavolini di plastica e famiglie il cui patriarca ha spesso la camicia sbottonata più del dovuto e un crocifisso d'oro.
Tranne pochi fortunati, credo che chiunque si sia imbattuto almeno una volta nella vita in questi scenari apocalittici, ma siamo tutti sopravvissuti e questo è l'importante.
In realtà, vi confesso, che personalmente il Karaoke fatto bene e depurato da ogni traccia neomelodica, non mi dispiace e anche io una volta mi sono cimentata in quest'arte di strada con un pezzo, che so, farà rabbrividire i più, e adesso, dopo aver fatto outing, vi lascio con il brano che ha fatto di me una Dancing "Karaoke" Queen.


martedì 10 settembre 2013

DON'T LIKE: STRUCCARSI

Il genere femminile si sa, rispetto a quello maschile ha più rogne da sopportare. 
Tante sono le "croci" da portare lungo il nostro cammino da Donna e giusto per citarne qualcuna ricordiamo il nostro caro amico mestruo, noto anche come: le cose, le rosse, i parenti, il mar rosso e chi più ne ha più ne metta, poi c'è la ceretta in vari punti del corpo che fa rimpiangere di non essere più delle cavernicole e non da meno il fatto di doverci trasformare in balene per 9 mesi e al termine dover patire le pene dell'inferno (vedesi 24h in sala parto). 
In realtà qui lei finge di sorridere, lo fa solo per le telecamere
 Ciò che io reputo una delle tante piaghe femminili da non sottovalutare è STRUCCARSI.
 Sì, quel semplice gesto che fa tornare a respirare pelle occhi e labbra, che tutte e ripeto tutte dobbiamo fare ogni giorno se non vogliamo ritrovarci ad avere le sembianze di uno Sphinx ( il gatto senza pelo che fa senso al 90% della popolazione mondiale), è una tortura.  



A qualsiasi ora della notte voi possiate tornare a casa, che  siate sfatte, ubriache o lucide, affrontare lo specchio e rimuovere il make-up è "l'apostrofo rosa" tra le parole casa e letto (che vi attende a braccia aperte) e poi diciamocelo, dopo ci si sente come Cenerentola dopo la mezzanotte, forse un po' più cesse.

Dopo questa allegra premessa, mi permetto di darvi un consiglio, specialmente per quelle che come me hanno una pelle talmente delicata, che il culetto di un bambino in confronto ha la morbidezza della mano di un minatore dell' 800; ogni sera, anche se con grande riluttanza, utilizzo due prodotti che si sono rivelati fantasmagorici:

Il primo è lo STRUCCANTE PER OCCHI LENITIVO GEOMAR.
Lo adoro perchè non irrita per nulla gli occhi (e ve lo dice una che con le congiuntiviti ci convive) strucca perfettamente, e per me è risultato migliore di un bifasico ( riesce perfino a togliere completamente il mascara "They're real" della Benefit e vi ho detto tutto), inoltre ha un ottimo inci ed è facilmente reperibile in molti supermercati al prezzo di euri 2,99.

Il secondo è un'acqua micellare, per adesso ne sto utilizzando una della Venus che non è malvagia, ma in generale consiglio il prodotto di per sè per eliminare fondotinta, blush o comunque residui di trucco, è piacevole e dopo fa sentire la pelle fresca e tonica.

Quindi ragazze, forza e coraggio, ce tocca, sarebbe stato meglio nascere uomo?
E pensare che da piccola guardando mio padre farsi la barba mi dicevo " POVERINI I MASCHI, LORO DEVONO FARSI OGNI GIORNO LA BARBA!"
Stupida me.

domenica 8 settembre 2013

I LIKE: TREMATE TREMATE LE GONNELLINE SCOZZESI SON TORNATE!

Se fino ad ora le vostre icone di stile sono state le varie Chiara "Fregnagni" e company, siete completamente fuori strada, sgranate gli occhi e non sorprendetevi se vi dico che per quest'inverno il vostro guardaroba dovrà ispirarsi a Willy, il custode scozzese dei Simpsons.
Le passerelle di Moschino, Stella Mccartney etc... Lo gridano forte e chiaro: prendete i vostri plaid tartan e avvolgetevici dentro o in alternativa trovatevi un boyfriend scozzese così avrete fornitura a vita di gonnelline del suo clan.
(Insieme alla fornitura di kilt sarete costrette a prender parte ad allegre festicciole di clan) 

Personalmente adoro questo pattern, consiglio: accoppiate al tartan un paio di Dr. Martens e come se dice a Roma "avrete la morte sua", sarà come mettere il cacio sui maccheroni o la panna sul gelato, un evergreen.
Se anche voi come me di Moschino potreste permettervi solo la "M", non disperate le vie del Signore sono infinte, o meglio le vie del vintage e dell' acquisto low cost lo sono ancor di più.
Spulciate armadi di zie, nonne e anziane vicine di casa; sporcatevi le mani in pulciosi mercatini dell'usato (tranquille non c'è germe che Amuchina gel non possa combattere), oppure rivolgetevi al sito che per me è fonte di vita http://www.asos.com/ la sua sezione tartan può soddisfare portafogli e salvadanai di ogni tipo, ahimè troverete anche il famoso marchio di cui possiamo permetterci solo la "M", ci lascerete occhi e cuore ma potrete trovare dei giusti surrogati!
TARTANIZE YOURSELF!

sabato 7 settembre 2013

DON'T LIKE: SHATUSH



Ebbene sì, piace a nonne, milf e bambine, no non sto parlando di Beautiful o Centovetrine, ma dell'oramai famigerato shatush o ombrè hair o come cavolo volete chiamarlo.
E' un'invasione che ha contagiato chiunque: BASTA VI PREGO NON SE NE PUO' PIU'!!
Per carità, l'idea inizialmente non era nemmeno così malvagia: dà luce al viso, risolve i problemi di ricrescita, ce l'aveva Sarah Jessica Parker ai tempi di "Sex and the city"e bla bla bla...
Ma ora?
Quando vedi che le bambine di quinta elementare chiedono a Babbo Natale una seduta dal parrucchiere al posto delle Barbie, quando anche la tua collega universitaria più sciatta e col gusto dell'orrido nel vestire sfoggia le sue "puntine bionde", capisci che qualcosa non va e che lo shatush o come io preferisco definirlo"effetto goleador alla coca cola" è il male più assoluto.
Quindi ora, care mie, tagliate via questi obbrobri, saranno oramai anche pieni di doppie punte, oppure tingeteli di qualsiasi altro colore dell'arcobaleno, Madre natura ci ha donato mille tinte e sfumature, perchè non osare anche sui capelli?
"Tingere i capelli dei colori più assurdi" is the new shatush.
Ma questo è un altro discorso.
Ecco come ha contagiato anche gli uomini (Jared Leto)
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