mercoledì 11 settembre 2013

LIKE/DON'T LIKE: IL KARAOKE

Cos'hanno in comune un giapponese e un napoletano?
No, non è una barzelletta, ma pura realtà, questi due popoli (sì, i napoletani sono una popolazione a parte), così lontani in cultura e tradizioni, sono accomunati da una stessa usanza: IL KARAOKE.
Questo fenomeno musicale, nato negli anni '80 in Giappone, rallegrava timidi e magrolini nipponici e come ogni cosa si è poi diffuso tipo peste bubbonica un po' in tutto il mondo, fino ad arrivare con dieci anni di ritardo in Italia (notare come siamo sempre stati al passo con le novità).
Complice un Fiorello "codinato" e il suo programma televisivo itinerante, l'italiano medio ha smesso di cantare solo per il telefono della doccia di casa sua e ha iniziato ad esibirsi come un gallo cedrone nelle piazze del Bel paese. 


C'è un luogo però dove questo fenomeno ha attecchito maggiormente, affondando le sue radici in profondità e questo posto è il Sud Italia, capitemi, la mia non vuole essere un'affermazione "maroniana" e lungi da me condividere anche minimamente i pensieri del "senatùr" e poi sono Terrona anch'io!
Sarà colpa del sangue caliente o del sole sempiterno che ci dà alla testa, ma qui il karaoke è più diffuso delle madonnine nei cortili (tipiche di queste parti) e mai come quest'estate me ne sono resa conto, non c'è festa, sagra, riunione, piazza, strada o angolo di ogni paese che non abbia il suo karaoke fai da te e chissà perchè oltre agli immancabili  Pooh, Laura Pausini e nuove reclute dell'esercito di "AmiciDiMariaDeFilippi", il top dei top, la regina in assoluto è la musica neo-melodica napoletana.
A partire da gigi d'alessio (utilizzo il minuscolo appositamente), Nino D'Angelo, Mario Merola fino ad arrivare ai cantautori più di nicchia come Nino e Alessandro Fiorello, Gianni Vezzosi, Gianni Celeste e non vado oltre, questo genere si sposa alla perfezione con una piazzetta, uno pseudo Dj che fomenta il pubblico e spara a tutto volume musica house negli intervalli, due/tre sedie e tavolini di plastica e famiglie il cui patriarca ha spesso la camicia sbottonata più del dovuto e un crocifisso d'oro.
Tranne pochi fortunati, credo che chiunque si sia imbattuto almeno una volta nella vita in questi scenari apocalittici, ma siamo tutti sopravvissuti e questo è l'importante.
In realtà, vi confesso, che personalmente il Karaoke fatto bene e depurato da ogni traccia neomelodica, non mi dispiace e anche io una volta mi sono cimentata in quest'arte di strada con un pezzo, che so, farà rabbrividire i più, e adesso, dopo aver fatto outing, vi lascio con il brano che ha fatto di me una Dancing "Karaoke" Queen.


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