E' un pomeriggio apatico e noioso, di quelli che nemmeno un esercito di folletti gioiosi riuscirebbe a risollevare, quando decido, spinta non so da quale forza sovrumana, di mettere ordine tra i miei libri/quaderni/raccoglitori/scarabocchi ed è lì che tra un libro di grammatica greca e un "Modulo di lineamenti di matematica" ho una visione: la pila dei miei vecchi diari scolastici.
Gli stickers colorati attaccati sopra, le pagine stropicciate e gli angoli consumati iniziano ad urlare: LEGGIMI! LEGGIMI! LEGGIMI! Ed è intuitivo come per me diventi facile rinunciare al buon proposito di far ordine (cosa che avrebbe reso mia madre felice come una Pasqua), per dedicarmi ad un pomeriggio "amarcord" e ricordarmi di tutte quelle cose che il mio cervello aveva gentilmente rimosso per salvaguardare la mia salute mentale.
Tralasciando gli adesivi dei Pokemon sul diario di seconda media e l'ossessione di scrivere il mio nome almeno 50 volte su ogni copertina, scopro con orrore dalla pagina dei "dati personali" che in terza media amavo alla follia i Luna pòp e gli 883, all'inizio delle superiori avrei venduto un rene pur di conoscere Billie Joe Armstrong dei "Green Day" e non tolleravo assolutamente Gigi d'Alessio, cosa che a distanza di anni non è cambiata, fortunatamente.
Credo che i miei diari siano un po' il prototipo di tutti i diari di chi tra gli anni novanta e i duemila ha trascorso la sua adolescenza ed è per questo che analizzo quelli che erano i "Must Have" di una perfetta agenda di quegli anni.
Ancora adesso non riesco a capire perchè conservavamo miliardi di carte di caramelle e cioccolatini, nemmeno valessero oro; perchè a turno, ogni ragazza della classe, doveva farti il "disegno del nome" firmandosi "By Mary", "By Ely",etc...
Ebbene, credo fossimo ossessionate da questo "By" e dal dover far terminare il nostro nome con la "Y" cosa che puntualmente mi mandava in paranoia, dato che mi chiamo Sara e potete ben capire quanto fosse brutto e cacofonico "Sary".
Per non parlare poi, delle frasi, le mitiche frasi, quelle che ricoprivano gran parte delle pagine, piccole perle di saggezza che le tue amiche puntualmente lasciavano durante l'ora di religione o la 4^ ora di fila di italiano.
QUELLE SULL'AMORE:
"Se un ragazzo ti lascia tu digli: America,
così si ricorderà di quando siete Stati Uniti"
"Se fumo Marlboro, ti amo e ti adoro,
se fumo Megatti, ti amo da matti,
Se non fumo per niente, ti amo per sempre"
"Sei carino, sei vivace, sei il ragazzo che mi piace"
QUELLE EMO:
"Siamo angeli con un'ala sola, per volare bisogna restare uniti."
"Se un giorno ti alzi e non vedi il sole o 6 morto o il sole 6 tu."
STENDIAMO UN VELO PIETOSO.
La scatola dei ricordi non finisce qui:
foto imbarazzanti e non, i biglietti dei primi concerti, le lettere speciali delle amiche, quelle in cui facevano confessioni scottanti o chiedevano consigli d'amore a te che d'amore non capivi un'acca, i bigliettini dei compiti in classe, gli inviti alle feste di compleanno, e i vari TVB, 6 BONO, THE BEST, etc...
Il mio tour dei ricordi sta per finire quando scopro una lista di desideri fatta a in seconda media ed è stato strano per me leggere, adesso a due esami dalla laurea di giurisprudenza, che a 12 anni sognavo di diventare avvocato e mi ripromettevo di non perdere mai la mia libertà.
E' vero, il tempo a volte cambia tutto, si cresce e si va avanti, ma ci sono cose che invece non cambiano mai, cose che restano, segni distintivi di noi stessi, come la cicatrice lasciata dalla varicella o quella di una caduta sui pattini.
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